Margherita di Domenico Bandini, una moglie fiorentina
Ad Avignone Francesco conosce e sposa la giovane fiorentina Margherita del fu Domenico Bandini durante il carnevale del 1376.
Margherita nasce a Firenze verso 1360, figlia di Domenico di Donato Bandini e di Dianora di Cione Gherardini, detto il Pelliccia.
I Gherardini e i Bandini sono famiglie di spicco della Firenze della seconda metà del ‘300: i membri del ramo paterno rivestono cariche pubbliche nel Comune di Firenze, i Gherardini sono magnati.
Nel 1360 Domenico Bandini partecipa a una congiura per sovvertire il governo fiorentino; alla stessa congiura partecipa anche Cione Gherardini. La congiura risulta un fallimento: Cione riesce a scappare, mentre Domenico, catturato, viene decapitato e i suoi beni sono confiscati.
Margherita e la sua famiglia partono per Avignone, dove sono attestati dopo il 1374.
Con il rientro in Toscana nel 1383, i coniugi si trovano spesso lontani per gli impegni lavorativi di Francesco e per i soggiorni di Margherita a Firenze in visita ai parenti. La comunicazione tra Francesco e Margherita implica allora il ricorso allo scambio epistolare: le lettere tra marito e moglie ci illuminano sul rapporto tra i due e sul ruolo e i compiti di Margherita.
L'unione è segnata dalla mancanza di figli, in particolare maschi, ai quali lasciare in eredità il patrimonio paterno.
Francesco ha prima del matrimonio e, poi, fuori da esso, dei figli: solo una di essi, Ginevra, sopravvive al padre.
Il matrimonio
La ricchezza e l'abbondanza della tavola per il pranzo di nozze di Francesco e Margherita è testimoniata dalla redazione di un elenco di spese per mano di Boninsegna di Matteo, dipendente dell'azienda Datini di Avignone.
Spese fatte per Boninsengnia nelle noze di Franciescho chome dirò a preso per ordine e per partitta
Spese per il pranzo di nozze di Francesco e Margherita, 1376 (Datini 1126/15)
Le lettere inviate da Margherita sono da ritenersi il più consistente nucleo epistolare in volgare di una donna laica per il tardo Trecento.
Si tratta, infatti, di quasi 270 lettere redatte in volgare tra il 1384 e il 1418: di esse 253 sono scritte al marito Francesco.
Margherita è autrice, ideatrice dei suoi testi ed è in grado di organizzare secondo la logica epistolare mercantile quanto ha da comunicare ma inizialmente non scrive le sue lettere, le detta ai garzoni di casa Datini. A poco a poco, quasi a voler raggiungere una piena autonomia di comunicazione, che passa necessariamente attraverso la realizzazione grafica, Margherita prende la penna e scrive.
Il primo esemplare autografo è na lettera datata 20 febbraio 1388, inviata da Firenze a Prato a Francesco, occupato a seguire i lavori di costruzione del loro palazzo.
La lettera è eseguita in una scrittura elementare di base molto stentata, da semialfabeta, e la mise en page risulta essere un tentivo poco riuscito di seguire i canoni formali della lettera del mercante: nonostante ciò e proprio per questo è un esemplare degno di rilievo.
Lettera di Margherita di Domenico Bandini al marito Francesco di Marco Datini, 20 febbraio 1388 (Datini, 1089/1 codice 9302781)