Esposti alla vita - Per una storia dell’infanzia abbandonata a Prato
La cura dell’infanzia abbondonata è stata da sempre annoverata tra i servizi offerti alla comunità dagli antichi spedali pratesi del Dolce e della Misericordia, riunitisi nel 1545 sotto un’unica amministrazione.
La prima testimonianza di questa specifica funzione assistenziale è attestata in una pergamena conservata nel Fondo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze: in questa lettera, datata 8 agosto 1244 e indirizzata alla diocesi di Fiesole, Ildebrando, vescovo di questa città esorta la comunità dei suoi fedeli a elargire elemosine all’ospedale pratese della Misericordia, in cambio di speciali indulgenze. Tra i beneficiati il presule cita proprio i “bambini gettati e allontanati dal grembo materno”, accolti, gestiti e allevati dall’ente ospedaliero.
L’esperienza pratese di questa specifica assistenza doveva essere al tempo ben consolidata e strutturata se già dalla prima metà del XIV secolo è riscontrata una puntuale tenuta di registri dedicati alla gestione delle cure riservate ai più piccoli. Le mura di Palazzo Datini, oggi sede dell’Archivio di Stato di Prato, custodiscono oltre 300 unità archivistiche espressamente dedicate a questo servizio. Grazie ad esse è possibile ricostruirne le vicende fino al 1895, quando, con la chiusura della ruota l’attività si interruppe a livello locale, passandone tutte le funzioni al vicino spedale fiorentino degli Innocenti.
Le carte in nostro possesso, redatte per evidenti tenute gestionali e contabili, possono essere così suddivise a seconda delle diverse tipologie documentarie: